CINQUE SEZIONI: 1) - La famosa (ma mai abbastanza) storiella dell'elefante e la cordicella. 2) Un aneddoto sui nuovi stupidi. 3) La riabilitazione del sacro concetto di generalizzare. 4) La disintegrazione del confronto. 5) Come vendersi a coloro che dici di combattere.

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Un giorno qualunque, in una scuola, un ragazzo compie una strage. L'episodio terribile quanto spietato, segna indelebilmente Celeste Montgomery che, rimasta ferita, affronta una dura riabilitazione e, allo stesso tempo, le si spalancano le porte del successo. Un film che sbaglia clamorosamente una determinata scelta ma che, dei suoi aspetti straordinariamente profondi, la critica ne sorvola il senso e, invece di cogliere i veri difetti (che ci sono), etichetta come negative proprio quelle cose che danno prova di ottimo cinema. Sul versante opposto, la critica che ... continua

Un video per i pochissimi attenti e a prescindere non per tutti. Attenzione alla Coda del treno.

Soggetto generale: - "Io mi fermo qui" è una canzone di musica leggera dei primissimi anni '70 scritta dal Maestro Albertelli. Interpretata da vari autori (Donatello, Dik Dik, Ornella Vanoni) è solo una delle tante dimostrazioni di un Paroliere che mai ha dato vanitosamente mostra di sé. Rimasto in ombra, Albertelli ha segnato anche la storia dei Cartoni Animati prima che diventassero un delirante gioco mistificatorio.

«Peggio di Nolan non si può fare» si sosteneva giustamente, ed era un fatto assodato. Ecco, però, che le Major, incapaci di risolvere questo problema, abbisognavano di nuovi metodi per l'idiotizzazione delle masse e, così, in una notte buia e tempestosa, hanno escogitato la mefistofelica idea di prendere i DNA di due provetti registi e unirli insieme per far nascere una nuova creatura, il mostro dalle fattezze inenarrabili!! Il Dottor James Nolan.

Quest'operetta, etichettata quale Horror o fantasy o surreale, Dark, oppure erotico e horror surrealista, non concerne nulla di tutto questo, se non come echi che giocano sulla superficie dell'acqua. Il nostro autore non ha il Genio di Bergman né il controllo cinematografico di altri autori che si sono cimentati in queste dimensioni, però si spinge in modo libero attraversando magia e realtà, dando i mezzi per discutere di chi veramente è ingabbiato in qualcosa di surreale mentre condanna chi vive l'illusione più annichilente.

Il vero Gioco è solo al di là delle conseguenze.

Prima parte: Tra i due litiganti il terzo è meno scemo. La dicotomia di chi ha ragione o torto, per non far vedere che il Re è nudo. Seconda parte: Diamo un'occhiata all'ennesima farsa dei premi un tanto al chilo. Video indirizzato a un pubblico adulto e consapevole.

Per chi sa guardare

Non ci sarebbero parole e avrei voluto discuterne ore. Il film di Mankiewicz insegna il Cinema e, irraggiungibile, rimarrà questa stella. Non si rivela alcunché possa compromettere una prima visione.